Sin da bambina mi sono resa conto che la capacità di immaginare realtà al di fuori di quella in cui vivevo, che non era né facile né bella, mi permetteva di uscire da schemi mentali ripetitivi e narrazioni limitanti. Ma sognare, nell’immaginario comune, ha spesso un’accezione negativa. Così quella mia tendenza non era ben vista: si cercava di ridurla, se non di eliminarla.
Crescendo ho capito che senza quel “sognare” non avrei fatto ciò che ho fatto. Insieme al sogno, però, mi sono servite determinazione, perseveranza e competenze costruite negli anni. Ci è voluto tempo per capire che tutta quella materia mi stava preparando all’impresa che avrei creato. Ho continuato a scavare e, allo stesso tempo, a guardare dall’alto – come da una mongolfiera – per unire i nodi della mia trama, distinguere il mio modo di lavorare e dare un senso a ciò che facevo.
Il momento di guardare dall’alto arriva sempre. Per me è stato un tumore, improvviso e aggressivo. Per altre può essere un’esperienza collettiva: la pandemia, una crisi economica, una guerra. Oggi viviamo in un tempo che molte scienziate e scienziati definiscono di multicrisi persistenti: conflitti vicini, crisi climatica, perdita di biodiversità, disuguaglianze crescenti, leadership patriarcali che frenano nuovi modelli. È facile sentirsi disorientate e demotivate.
E allora ci chiediamo: ha senso il nostro impegno? È sufficiente lavorare solo per pagare le bollette?
La paura può portarci alla fuga – negare e fingere che non sia vero – o alla paralisi. Ma c’è un’altra via: partire dalla conoscenza, trasformarla in consapevolezza e poi agire in rete, con competenze e determinazione.
Per natura, non riesco a chiudere gli occhi davanti a un problema: cerco piuttosto soluzioni. Per farlo ho dovuto mettere ordine. E per mettere ordine ho usato lo strumento che abbiamo imparato a usare alle elementari: scrivere. Riassumere, fare liste, prendere appunti, annotare idee su quaderni e agende per ricordare. Scrivere non richiede “saper scrivere” in senso letterario: è un’abilità già nelle nostre mani, istintiva, che ci serve a capire, ordinare e vedere con più chiarezza.
Scrivere significa anche scegliere le parole. Le parole che usiamo per raccontarci e per raccontare il nostro lavoro ci definiscono agli occhi degli altri — e, prima ancora, ai nostri. Come ricorda Andrea Fontana, le storie hanno il potere di incantare, ma anche di condizionare. Ogni parola può rafforzare la nostra identità o renderla più fragile; può aprire nuove possibilità o chiuderle. Finché non esploriamo le nostre parole nella loro profondità, non possiamo vedere cosa racchiudono dentro.
TRAME è lo spazio per fare questo lavoro: scoprire quali parole ci rappresentano davvero, quali narrazioni abbiamo ereditato e quali vogliamo riscrivere per costruire un futuro diverso.
Oggi è venuto il tempo di proporre nuovi modelli di leadership femminili e generativi, capaci di includere, rigenerare e dare valore a ciò che conta davvero. Non sarà facile e ci saranno ostacoli, ma la forza e la determinazione che servono sono già dentro le nostre storie. È lì che possiamo attingere per guidare il cambiamento.
Da questo “viaggio” che mi ha preso buona parte della vita, è nato TRAME: un laboratorio per imprenditrici, professioniste e leader che vogliono distinguere la propria impresa non solo per il prodotto o il servizio, ma per la storia e il senso che la sostengono.
TRAME è il primo passo per dare forma alla propria trama personale e imprenditoriale, trasformandola in una bussola che orienta le decisioni, coinvolge il team, attrae risorse umane, convince i clienti in sintonia con i valori condivisi, e costruisce un lascito.
«Il tempo è adesso. Quello che devi fare, fallo adesso.»
— Lailah Gifty Akita
Il tempo per agire è ora. TRAME non è solo scrivere di sé: è riappropriarsi delle parole che ci definiscono, dare loro la direzione giusta e trasformarle in azioni concrete. Gli strumenti li hai già: la tua storia, le tue parole, il tuo modo unico di fare impresa o svolgere la tua professione. È il momento di usarli per creare un futuro che ti rappresenta davvero. TRAME è il passo per iniziare.
A ogni percorso TRAME riservo un numero di posti gratuiti per coloro che sentono l’urgenza ma non hanno la disponibilità. I posti a pagamento, invece, contribuiscono a sostenere progetti di cambiamento oggi in fase di elaborazione.
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