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Yann Tiersen a San Galgano

Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità.    (Ezio Bosso)

 

In viaggio verso l’abbazia di san Galgano con amiche con cui condivido la voglia di esplorare e di vivere emozioni, la campagna toscana si apre a noi con i suoi colori; sono quelli del grano appena tagliato, dei papaveri rossi, dei cipressi scuri che bordano i viali, del sole che accende il tramonto. Percorriamo la strada lentamente, gustandoci il tempo necessario a raggiungere la meta. Là dove ci attende la musica, c’è anche altro…

L’Abbazia di San Galgano

L’abbazia di San Galgano è un eremo in mezzo alla campagna toscana, nel comune di Chiusdino, vicino a Siena. La costruzione cominciò nel 1218 ad opera dei monaci cistercensi e acquistò presto un grande prestigio, perso a causa della peste nera del 1348 che decimò i monaci. Pare che nel 1576 ci vivesse un solo monaco e che gli arredi e le opere d’arte vennero saccheggiate, mentre le piombature del tetto vennero vendute. Oggi restano maestose mura che si ergono fiere verso il cielo, verso l’infinito. Intorno solo il silenzio e i suoni della natura, sulla testa solo il cielo stellato. E’ un luogo sacro, pieno di suggestioni e misteri. La magia si sente già quando ti avvicini e poi, entrando, è come se qualcosa che non sai cos’è ti chiamasse chiedendo di essere liberata…

La spada nella roccia

Pare che i monaci abbiano costruito l’abbazia per quella chiesetta rotonda che sorge a pochi metri di distanza e, al cui interno, c’è una spada conficcata nella roccia. Una tale spada fa subito pensare a re Artù, a cui sono state dedicate fiumi di pagine. Ma questa, dicono gli esperti, è più antica e, soprattutto, è vera. Infatti Galgano Guidotti è realmente esistito mentre re Artù è un personaggio letterario, ma della sua esistenza non c’è traccia…

Qualcuno dice anche che l’inventore del mito bretone, Chretien de Troyes, potrebbe essere passato da Chiusdino, visto che il luogo era sulla strada dei pellegrini e, in fondo, non troppo lontano dalla Francia di Chretien. Accanto alla spada che risale al XII secolo ci sono delle ossa risalenti allo stesso periodo… il mistero s’infittisce…

Concerto di Yann Tiersen a San Galgano

Yann Tiersen

Il viaggio all’abbazia non aveva come obbiettivo la spada e i suoi misteri, bensì il concerto di Yann Tiersen. Forse lo conoscerai per la colonna sonora di quel film straordinario che è Il favoloso mondo di Amelìe. Non lo avevo mai sentito suonare dal vivo. Seduta al centro dell’antica navata aspettavo l’ingresso dell’artista guardando quella chiesa meravigliosa privata di un pezzo così importante come il tetto. Quel tetto che avrebbe dovuto proteggerla non c’era più. Eppure, era proprio quell’essere a nudo, quell’essere “sofferente”, che la rendeva così unica e speciale… così unica… così speciale…

C’è un’altra chiesa che mi ha fatto commuovere quanto l’Abbazia di San Galgano, anche quella senza tetto: la chiesa dello Spasimo di Palermo. Storie diverse, ragioni diverse, eppure anche là manca quella “corazza” che serve per proteggersi e che pure apre verso il mondo, verso l’infinito…

Ma sto divagando, come sempre. Dicevo che mentre aspettavo, guardavo il cielo in cui si vedeva solo Marte, rosso e luminoso. Poi le luci si sono spente. Si è fatto silenzio. Il musicista è entrato. Ha detto solo un timido buonasera e ha cominciato a suonare. E la magia si è fatta spessa, densa, palpabile come una cosa vera e reale. Le pareti della chiesa si sono riempite d’orgoglio e le stelle sono sorte illuminando quel pezzo di cielo scoperto di innumerevoli opportunità…

Yann Tiersen vive sull’isola di Oussant, Eusa in bretone. Una piccola isola con un faro, scogliere, erba e vento, Ed è alla sua isola che questo album è dedicato. Tutto è ridotto ai minimi termini, all’essenza delle cose, alla storia stessa dell’artista. Non parla, Yann, lascia che a parlare siano le note, lascia che siano loro a trovare l’equilibrio perfetto con la natura. E tra le note, le onde che frangono sulla scogliera, il fruscio del vento tra l’erba, il volo dei gabbiani, il canto degli uccelli e il silenzio assoluto, quello a cui non siamo più abituati…

Le nostalgia di una Porz Goret che riporta indietro a istanti ormai perduti; la pace di Yuzin, forse solo apparente, solo finta; l’atmosfera danzante di Penn ar Rock e quella sognante di Penn ar Lar; tutto è magia in questa musica, suscita visioni, sogni, acuisce la nostalgia di ciò che è stato e che non ritornerà… Yann passa dal pianoforte, alla tromba e al violino con la stessa naturale dedizione che solo un altro artista folle può comprendere veramente…

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Per saperne di più sull’Abbazia di San Galgano e i concerti, clicca QUI  

2 pensieri riguardo “Yann Tiersen a San Galgano

  • Ho letto e mi è sembrato di essere lì… Ho fatto partire la musica e mi sono commossa.
    Grazie Donatella.

    Rispondi
    • Donatella Moica

      Grazie a te, Laura, per aver percepito l’emozione si questo racconto…

      Rispondi

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