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Una storia memorabile

I tempi sono maturi perché l’economia si trasformi da competitiva in collaborativa. Non avremmo un futuro se non troviamo un modo per fare questo salto.

Ho il grande privilegio di essere la presidente del gruppo Terziario Donna Confcommercio di Pistoia e di Prato che riunisce le imprenditrici delle due province del sistema Confcommercio. Sono donne entusiaste, coraggiose, con storie incredibili e progetti di business creativi e innovativi. Nell’ambito delle nostre molte attività di recente si è svolto un business connect date che merita di essere raccontato.

Il Connect date che si è svolto al museo del tessuto di prato è stato un vero incontro tra persone speciali disposte a mettersi in gioco per creare connessioni, professionali e personali. L’obiettivo era quello di generare idee nuove e nuovi modelli di business in ottica di collaborazione e non più di competizione. Ciascuna di loro ha presentato la propria azienda, i progetti realizzati e i desideri per il futuro a un tavolo di lavoro in cui avevamo aggiunto una sorta di gioco su assonanze e dissonanze che ha reso i lavori più informali e divertenti. Alla fine i tavoli si sono confrontati in plenaria.

In occasioni di questo tipo è fondamentale il tipo di narrazione ed è anche fondamentale il tipo di ascolto e accoglienza che quella narrazione riceverà.

L’importanza della narrazione

A meno che non si produca o si venda un bene o servizio unico al mondo, dovremmo fare i conti con i competitor che offrono lo stesso bene o servizio. E allora perché qualcuno dovrebbe scegliere il nostro prodotto o servizio piuttosto che quello del nostro concorrente? Perché non sta comprando l’oggetto ma sta comprando la nostra storia. Decide di comprare da noi per il modo in cui ci rapportiamo col mondo, con la comunità, con i nostri dipendenti, con l’ambiente. Sarà il motivo che ci ha ispirato e il modo in cui abbiamo raggiunto i risultati che ci renderà degne e degni di essere scelti..

Certo la nostra storia deve essere vera e credibile, non possiamo inventarci ciò che non esiste, anche perché oggi bastano pochi clic per verificare. Ma, oltre ad essere credibile deve anche toccare le nostre emozioni, deve consentire di immedesimarsi, deve dare risposte di senso per l’audience di riferimento.

L’esempio di Selma

Per tutte queste ragioni, il mio intervento di apertura del Connect date al museo del tessuto, si è aperto proprio con un racconto. La storia di Selma, un’imprenditrice incontrata in un recente viaggio in Turchia, che non sapeva né di essere un’imprenditrice, né di avere una storia memorabile da poter raccontare, né tantomeno aveva mai studiato le regole della comunicazione efficace.

“Mi chiamo Selma, sono nata nel villaggio abbandonato di Soganli in Cappadocia. Siamo stati evacuati anni fa per ragioni di sicurezza e non è stato facile lasciare le nostre case scavate nel tufo. Ora il villaggio è diventato un’attrazione turistica: ogni giorno gruppi di stranieri entrano nelle nostre vecchie stanze e cucine, vedendo solo spazi vuoti scavati nella roccia. Le donne del villaggio non hanno mai avuto molte possibilità di lavoro qui, a parte lavorare nei campi e prendersi cura della casa e dei figli. Ma con l’arrivo del turismo alcune di noi hanno cominciato a cucire bambole di pezza da vendere ai turisti, simili a quelle che le nostre madri facevano per noi quando eravamo bambine. Aspettavamo i visitatori sotto il bus; a volte pioveva e altre volte c’era un sole cocente. Ciascuna spingeva per vendere la sua bambola e c’era molta competizione. Un giorno ho proposto alle altre donne di unirci e dividere il lavoro e i guadagni. Ora siamo in undici, tra noi c’è anche la proprietaria del bar che ci offre cibo e acqua durante la giornata. Ognuna di noi si dedica a quello che sa fare meglio; io ho facilità a parlare, ho imparato un po’ di italiano e di francese, quindi mi occupo delle vendite, altre cuciono le bambole o creano guanti e calze a maglia. Dividiamo tutto equamente. Recuperiamo scarti di lana e tessuti da cucire che diversamente finirebbero tra i rifiuti contribuendo a fare bene all’ambiente. Dopo pochi anni, oggi riforniamo tutti i negozi di souvenir della regione. Siamo diventate amiche e guadagniamo bene.”

Ma quali sono i punti chiave di una narrazione memorabile?

Conclusioni e insegnamenti

  1. L’economia collaborativa può rendere molto più di quella competitiva.
  2. Dove c’è un problema o una crisi si può nascondere un’opportunità. Selma ha dovuto lasciare la sua casa, perdere in parte la sua identità ma ho trovato una grande opportunità di lavoro e di amicizia.
  3. Se scegli di raccontare la tua storia devi esporti in prima persona, avere il coraggio delle tue idee e dei tuoi progetti e saper far emozionare chi ti legge o ascolta. Sei l’eroina della storia: cosa ti ha ispirato? Quali sfide hai superato? Quali traguardi hai raggiunto? Quale è la tua visione per il futuro?

Ti piacerebbe sapere cos’è e come lavora il Terziario Donna Confcommercio di Pistoia e Prato? Contattami.

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12 pensieri riguardo “Una storia memorabile

  • Ho partecipato a questa bellissima serata certa che avrei portato con me nuove consapevolezze. E così è stato. Ringrazio Donatella per avermi fatto ricordare il valore di saper emozionare. Dopo quella sera ho registrato da zero alcuni contenuti per il mio profilo instagram e i risultati non sono tardati ad arrivare. Mi hanno scritto molte donne, emozionate per essersi riviste in quanto avevo comunicato. Sono davvero felice! Terrò presente quanto appreso in questa serata, come una Stella polare che mi riporta alla giusta direzione.

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    • Donatella Moica

      Cara Martina, il tuo feedback è davvero importante oltre che molto bello. Sapere che è stato possibile utilizzare i contenuti della serata per migliorare il tuo lavoro e la relazione con il tuo pubblico è il miglior complimento che si possa ricevere! Grazie davvero, anche tu mi hai fatta emozionare.
      A presto

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  • Ho avuto il piacere di condividere il viaggio in turchia con Donatella e durante un’escursione in Cappadocia abbiamo conosciuto Selma,una piccola donna troglodita quasi quanto le case che avevano abitato e che a un certo punto hanno dovuto abbandonare, lasciando li parte della loro vita,ma nonostante tutto hanno avuto il coraggio di iniziare una nuova sfida, insieme ad altre donne hanno creato un’opportunità di lavoro che potesse coinvolgere tutte dove tutte avessero gli stessi benefici, senza competizioni ma insieme,davvero brave!!!

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    • Donatella Moica

      Anche il nostro viaggio è stato un bellissimo momento di condivisione di emozioni e storie. L’incontro con Selma e le sue amiche-colleghe una chicca da ricordare. Grazie, Paola!

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  • MIMMA COLASANTI

    Ho partecipato alla serata, interessata dalla possibilità di conoscere altre imprenditrici oltre che memore delle precedenti interessanti iniziative promosse dal Terziario Donna di Confcommercio, del quale faccio parte ormai da qualche anno.
    Al mio tavolo ho conosciuto storie di professioniste forti e motivate, che -come me amanti del proprio lavoro – hanno saputo ritagliarsi un proprio spazio in un tessuto economico in cui la maternità non facilita il raggiungimento degli obiettivi.
    Donne piene di passione per quello che fanno e che vanno sostenute perché rappresentano un valore importante per la società.
    Quindi, che ben vengano altri “connect date”!

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    • Donatella Moica

      Le sfide globali che stiamo affrontando sono tante e le donne saranno determinanti nel cambiamento che è necessario attuare. Grazie per il tuo prezioso contributo, Mimma!

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  • Simona Marinai

    Una storia memorabile siamo tutti e tutte noi, una per una con il suo racconto e le proprie emozioni. Sinfonia diventa quando le voci si uniscono e creano quella comunità di cui necessitiamo per evolvere noi stesse e le nostre imprese di conseguenza.
    Grazie Donatella

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    • Donatella Moica

      Sono gli incontri che facciamo nella vita, ciò che ci lasciano e quello che lasciamo agli altri, che ci permette di crescere e di evolvere. Grazie. Un abbraccio

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  • Ho avuto il piacere di partecipare a questo straordinario viaggio in Cappadocia con Donatella e altre due amiche e vivere l’incontro con Selma.
    .Quando siamo arrivate in questo angolo remoto, siamo state accolte da una fila di bancarelle colorate, ognuna traboccante di bambole di pezza, babbucce e guanti fatti a mano Mi stringeva il cuore avvicinarmi a una bancarella piuttosto che a un’altra, temendo di ferire chi non avrei scelto, tutte donne dall’aspetto buono e sincero. Ma poi ho notato qualcosa di speciale: non c’era rivalità tra loro.
    Quando non ho trovato la misura giusta di un paio di babbucce, hanno cercato tra le altre bancarelle
    Così, grazie a Donatella, che con curiosità ha chiesto, ho scoperto la loro meravigliosa storia di condivisione e collaborazione. Queste donne, anziché farsi concorrenza, hanno creato una rete di supporto reciproco, imponendo un prezzo equo per tutti , ciascuna donando ciò che sa fare. Belle nell’anima.

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    • Donatella Moica

      Ogni storia è un incontro che genera una traccia dentro di noi. Dopo, qualche volta, non è più possibile percorrere vecchi sentieri.
      Grazie per esserci stata, Monica, e grazie per la tua testimonianza.
      Un abbraccio

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