Tutto cominciò con il Piccolo Principe
Qualche sera fa sono andata a vedere il Piccolo Principe… al cinema, non quello vero e nemmeno quello del libro, ma mi è piaciuto proprio per quello!
E’ da qui che vorrei cominciare a raccontare qualcosa di me. Si, proprio dal Piccolo Principe, un libro scritto da uno scrittore che “volava”.
“Ma perché? Cosa c’entra?” ti starai chiedendo. Ebbene c’entra. C’entra eccome!
Ora stai guardando la mia foto qui accanto e avrai già cominciato a creare un tuo immaginario ed una tua aspettativa su di me, anche solo per il fatto che mi stai dedicando del tempo per leggere questo articolo. Ah già, mi piacerebbe anche parlarti del mio concetto di Tempo, ma ora sarebbe fuori luogo… non che io non sia avvezza alle digressioni ma… Dunque cosa dicevamo? A proposito ti ringrazio subito per il tuo tempo e anche se ti fossi già stancato di leggere ti ringrazierei per essere arrivato fino qui.
Dunque dicevamo, cosa c’entra il Piccolo Principe con me. Per spiegarvi devo ritornare indietro nel tempo (parecchio indietro eh!) ad una me bambina.
Ho circa dieci anni, i capelli castani, gli occhi castani e dei vestiti cuciti in casa. Sono una bambina solitaria ed incline alla malinconia e anche parecchio bruttina devo dire, almeno così mi sembra. Pochissimi amici, due fratelli, genitori separati… apparecchio ai denti, occhiali, busto per la scoliosi. Insomma ti ho svelato tutte le cose che mi hanno fatto più male. Da qui in poi dovrebbe essere in discesa.
Il mio tempo lo passo per la maggior parte sui libri sognando mondi e paesi fantastici e inventandomi (nel senso dentro di me) delle storie di draghi e principesse, elefanti, giraffe e colibrì… eh si nelle mie storie c’è di tutto, un po’ alla rinfusa. In effetti le fonti di ispirazione sono tutti i libri che trovo a scuola e in biblioteca. Li leggo a caso senza una logica o un percorso educativo. Sono completamente succube delle letture, non sempre adatte alla mia età.
Così un giorno fortunato, incappo in un librino con un piccolo buffo principe in copertina e… da quel momento in poi il Piccolo Principe diventa il mio amico immaginario. Gioco con lui, parlo con lui, gli faccio domande e lui mi risponde a modo suo, è vero. Risponde con quel suo fare altre domande o con gli interminabili silenzi che non riesci a capire cosa sta pensando. Io, spesso, non capivo cosa accadeva intorno a me. Molto spesso mi sembrava di essere su un altro pianeta dove le persone erano veramente strane e anche incomprensibili. Poichè il Piccolo Principe aveva viaggiato tanto provavo a chiedere spiegazioni a lui. Lui era in viaggio proprio per cercare risposte e, pur volendomi aiutare, non sapeva come. Così la maggior parte del tempo lo passavamo, io e lui, sul balconcino della mia camera a guardare al di là dei tetti. Era un balconcino piccolo. Ci stavamo appena, con le gambe sospese nel vuoto, braccio contro braccio. Poco più lontano c’era una palma e dietro vi tramontava il sole. Lo aspettavamo sempre con trepidazione, il tramonto. Credo che a lui ricordasse il suo pianeta o il suo amico aviatore conosciuto nel deserto. A me faceva pensare al futuro, al domani, a quando sarei riuscita a partire, seguendo un volo d’uccelli, per il mio viaggio di scoperta.
Insieme al mio amico ho viaggiato sulla terra e tra le stelle, in questa e in altre dimensioni… sotto il mare e in giungle pericolose. Sfogliavamo insieme “I quindici” e via dentro le immagini. Da sola non ce l’avrei mai fatta!
Poi, gli anni passano, arriva l’adolescenza con altri problemi: i primi amori, la voglia di andare via che diventa sempre più vera, la necessità di crescere. Così arrivano libri più seri e i viaggi veri, tanti, sempre di più. I sogni si riempiono di albe sul mare, tramonti su spazi sconfinati, di animali, di creature marine…
E il Piccolo Principe?
Rimane nascosto in fondo al cuore, c’è ma non si vede. Troppa è la foga di vedere, di viaggiare, di scappare. Poi torna portato da un grande amore. Qui ci vuole un’altra parentesi: ogni mio grande amore mi ha regalato un libro che mi è rimasto attaccato addosso per sempre.
Insomma anche questo secondo incontro con il Piccolo Principe fu fondamentale. Mi aiutò ad uscire dalla delusione della fine di quell’amore e a riprendere a volare. Da allora non l’ho più trascurato e me lo porto sempre dietro, non per forza fisicamente, ma ci sono tanti modi di portarsi dietro qualcosa o qualcuno…
Il Piccolo Principe mi ha insegnato a vivere e mi ha fatto sentire meno sola, credo di dovere a lui la voglia di scrivere e di raccontare e questo mi ha salvato la vita già tre o quattro volte e se anche noi abbiamo solo sette vite come i gatti, io ne ho già “usato” diverse…