Shakespeare and company – cento anni di un sogno
«Ho creato questa libreria nel modo in cui un uomo scriverebbe un romanzo, costruendo ogni stanza come se fosse un capitolo. Voglio che le persone aprano la porta nello stesso modo in cui aprono un libro; un libro che porta nel mondo magico della loro immaginazione».
George Whitman, descriveva così il suo sogno utopico di una libreria che fosse anche una casa, un luogo di accoglienza e di ritrovo per scrittori e lettori. Un posto dove c’era sempre un letto (o un divano) disponibile al piano di sopra e si serviva vino rosso in scatolette di tonno. Quella libreria che, ancora oggi attira moltissimi visitatori ed è una delle tante attrazioni di Parigi, compie cento anni.
Non fu George a fondare la libreria ma Sylvia Beach, il 19 novembre 1919. Sylvia fu deportata dai nazisti e costretta a chiudere la sua opera d’arte. Solo alla fine degli anni cinquanta cedette il nome a Whitman che, per riconoscenza, chiamò la sua unica figlia Sylvia Beach Whitman, oggi proprietaria della libreria.
La Shakespeare and company fu rifugio per generazioni di scrittori erranti e forse per lo stesso Whitman quando arrivò dall’America negli anni cinquanta con solo quaranta dollari in tasca.
“Non siate inospitali con gli sconosciuti, potrebbero essere angeli sotto mentite spoglie.”
Era il motto di George che si legge ancora su una delle pareti. E seduti su uno dei divani, ma anche su uno sgabello o una pila di libri all’occorrenza tutti sentono di essere angeli, in qualche modo, e di avere una storia dentro che preme per uscire e volare con le sue ali nel mondo.
Buon compleanno a un sogno che ha compiuto cent’anni e che li dimostra. Ma i sogni non invecchiano con gli anni, invecchiano solo se invecchia il cuore.