La visitazione di Luca Della Robbia
Si cerca spesso “un attimo che vale una vita”, ma quante volte si è veramente in grado di riconoscerlo? Quante volte passa inosservato, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto? Chissà se Maria si era accorta che quell’attimo avrebbe cambiato il corso della sua vita…
Un istante, uno sguardo, un’emozione. Ecco quello che si prova a guardare la “Visitazione” di Luca della Robbia, esposta nella Chiesa di san Leone in questa seconda parte dell’anno in cui Pistoia è capitale della Cultura. Solo la rappresentazione di un istante, in tutta la sua umiltà, senza nulla pretendere, senza sapere davvero quali conseguenze, quali emozioni possano scaturirne…
Si entra con semplicità, attraverso una tenda nera, senza biglietti da pagare, senza controlli da effettuare. Si entra come si entrerebbe a casa di un amico, di un parente. Dentro l’emozione è straordinariamente intensa. Elisabetta e Maria si congiungono in un abbraccio, si guardano, si parlano senza parole. Luca della Robbia ha saputo fotografare quel momento, meglio di quanto avrebbe potuto fare una qualunque macchina fotografica moderna con tutti i filtri e la tecnologia incorporata.
La grande opera di terracotta invetriata si staglia contro i dipinti colorati del Meucci in un luogo che un tempo fu la Chiesa delle Spirito Santo vecchio e che oggi tutti conoscono come la Chiesa di San Leone. L’edificio era in uno stato di profondo degrado e solo dopo un accurato e profondo restauro, oggi è stato restituito alla comunità. Dentro la chiesa, davanti all’altare, su una pedana grigia, vi è la Visitazione… Un’opera d’arte dentro un’altra opera d’arte. Un abbraccio di bellezza, che rispetta l’altro senza prevaricarlo, anzi ne esalta le qualità e i contenuti. Così dovrebbe essere l’amore… Non è vero? Si rimane quasi sgomenti, sbigottiti, quasi increduli davanti alle due donne. La loro presenza è andata oltre la vita, oltre la carne, i muscoli, il sangue e vive nella mente di milioni di persone che a loro si affidano nelle preghiere, nei momenti difficili e in quelli felici. E credere o non credere, non rappresenta un problema davanti a questi volti, che Luca della Robbia ha saputo scavare di verità e di vita. Credere o non credere, qui, non c’entra niente… qui si parla di bellezza che apre all’amore!
Bianca. L’opera è bianca. Non poteva essere di nessun altro colore. Il bianco è il colore che ha dentro tutti gli altri colori. Nel bianco ci sono tutte le immagini che il nostro occhio può vedere, tutte le emozioni che il nostro cuore può provare, tutti i ricordi che la nostra coscienza può serbare.
Maria si lascia abbracciare da Elisabetta. Abbassa gli occhi, ancora nemmeno si rende conto di quello che l’Arcangelo Gabriele le ha detto. Forse è impaurita. Avrebbe preferito, magari, non avere questo peso. Non sentirsi unica tra le donne e tra le madri. Forse, come tutti, anche lei immaginava una vita normale, ordinaria, con cose conoscibili come quelle che faceva sua madre. Invece le tocca il compito di partorire Cristo e lei accetta con dignità ed umiltà. Forse già sa che il percorso non sarà facile. Forse immagina che suo figlio non avrà vita facile… forse sa che soffrirà ma ha fiducia. Elisabetta è in ginocchio, anche a lei è stato fatto un dono: un figlio quando ormai sembrava impossibile. Metterà al mondo Giovanni Battista da vecchia: un miracolo. Due madri, due donne, niente di speciale in questo. Eppure c’è tutto di speciale in questa ordinaria semplicità: la capacità di dare vita, di accoglierla, di proteggerla, di diffondere l’amore come bene sopra ogni cosa.
La Visitazione di Luca della Robbia sarà esposta fino al 7 gennaio nella Chiesa di San Leone (Piazza san Leone, 2), prima di ritornare nella sua nicchia, nella Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas. Da sola, merita una visita a Pistoia. Non perdetevela! Ma tanti altri sono i tesori nascosti di questa incredibile città…