La seconda navigazione di Alessandra
Alessandra, proprietaria insieme ai suoi fratelli, del Bar Nazionale a Pistoia mi racconta la sua affascinante avventura: “via le slot e porta aperta ai libri”
Le navigazioni più affascinanti sono improvvise e avventurose e non è detto che occorra cambiare rotta o destinazione perché ci si imbatta in esse. Sanno lasciarti senza fiato, ti toccano nel profondo ed anche se poi finiscono ti lasciano qualcosa che non se ne andrà più…
Ho incontrato Alessandra Vannetti, grazie a Michela, una comune amica. Avevamo dovuto attendere un bel po’ per trovare un giorno che andasse bene a tutte e tre e quando il momento era arrivato faceva caldo. Nell’aria c’era voglia di vacanza, di mare, di bagni, di pelle scaldata al sole e di gelati rinfrescanti. C’era anche incertezza, quella che c’è sempre quando ci si assume l’onere di presentare delle persone per condividere un progetto o un obiettivo. Michela aveva organizzato l’incontro tra me ed Alessandra al fine di organizzare la presentazione del mio romanzo, Seconda navigazione, nella “Biblioteca dell’Amicizia”. Un nome tutto un programma mi ero detta, soprattutto quando Michela con il suo entusiasmo e la passione con cui si butta nei programmi mi disse: “la mia amica ha eliminato le slot machine dal bar Nazionale, che gestisce insieme ai suoi fratelli, e ci ha messo una biblioteca in cui accogliere eventi letterari ed artistici.”
In poco tempo ci siamo raccontate le nostre vite, il rispettivo amore per il mare, i ricordi di tempi passati ma non sfumati nella memoria e, ovviamente, ancora prima di accordarci sulla data della presentazione le ho regalato il mio libro. A volte le amicizie nascono per caso, a volte anche grazie alle pagine di un libro che ha il sapore dell’acqua di mare ed il profumo di fiori selvatici.
È passato quasi un anno. Quella prima simpatia è diventata un’amicizia vera, sia con Michela che con Alessandra ed allora le chiedo: “Ale, mi piacerebbe scrivere di te, di chi sei, del tuo lavoro.” Lei accetta ed eccoci qui, di nuovo davanti ad un caffè e fa di nuovo caldo, c’è di nuovo voglia di vacanza e di mare. Chiacchieriamo della vita, delle cose che accadono senza che sappiamo spiegarcele, di legami e nodi che rimangono irrisolti… tra le parole di Alessandra i ricordi prendono forma diventando densi e reali, quasi visibili.
«Ero una bambina timida e sognatrice. Mi travestivo con i vestiti della mamma e giocavo davanti allo specchio inventando storie che mi facevano stare bene, mi facevano volare fuori dalla mia stanza e mi consentivano di velare di rosa una realtà incomprensibile e difficile, per una bambina. Mi piaceva leggere. Mi piacevano le favole e le storie e scrivere. Soprattutto scrivere. La mia mamma lavorava al bar che aveva aperto insieme ad un’amica dopo la separazione da mio padre. Erano tempi diversi da quelli attuali e fare impresa per una donna non era così scontato. Eppure lei ha saputo farlo con una grande capacità imprenditoriale, determinazione e tenacia.» Senza saperlo io ed Alessandra abbiamo molte cose in comune. Le chiedo se ha un ricordo particolare dell’infanzia e mi riporta al mare. «Mia madre ha cercato di non farci mai mancare niente e, nonostante lei lavorasse al bar tutti i giorni, quando eravamo bambini ci mandava al mare per due mesi, con i nonni. Io amavo molto il mare, come ora, ma quando giungeva la sera speravo sempre di vederla arrivare con il suo sorriso e le sue braccia accoglienti. Alcuni dei miei ricordi d’infanzia più belli sono legati ai giorni in cui lei veniva a trovarci…»
Seconda navigazione è stato uno dei primi libri ad essere presentato nella “Biblioteca dell’Amicizia”, dopo sono seguiti moltissimi altri eventi in una sorta di armonia fluttuante tra narrativa, poesia, musica e arti varie facendo divenire quel luogo un vero e proprio salotto culturale in grado di attirare artisti e pubblico desideroso di un confronto.
Se questo è già di per sé eccezionale, lo è ancora di più il modo in cui è nata la “Biblioteca dell’Amicizia”.
«Non ne potevamo più, io ed i miei fratelli, di vedere persone alienate sulle slot machine. Passavano le giornate a giocare con la testa contro il muro senza mai sollevare lo sguardo, senza accorgersi che i giorni passavano e fuori c’era il sole o la pioggia. La loro estraneità era divenuta un peso anche nelle nostre vite, non volevamo esserne complici. Troppo bella è la vita per perdersela in quel modo. Così ad un certo punto abbiamo eliminato tutte le slot machine e ci è rimasta una stanza vuota. Una stanza che era già stata una sala biliardo, ai tempi di “Io, Chiara e lo scuro” e tante altre cose nel tempo, ma in quel momento era pronta per una nuova rinascita e lo ero anch’io. Mi stavo rendendo conto che anche io avevo bisogno di una seconda navigazione e avevo cominciato a guardarmi dentro e cercare di capire chi ero veramente e cosa desideravo. Per farlo è stato necessario ripercorrere la mia vita attraverso i ricordi. Mi sono resa conto che non sempre i sogni coincidono con la vita che si sceglie di fare. Io non ho avuto il coraggio di fare lettere all’università, forse perché ero troppo giovane, forse perché avevo l’opportunità di lavorare o forse perché non avevo capito quanto fosse importante per me. Però quel momento di “stallo” ha ritirato fuori quei sogni e mi ha dato una seconda possibilità di realizzarli. A cinquant’anni mi sono, quindi, iscritta ad un corso di scrittura creativa ed ho creato la biblioteca dell’amicizia, uno spazio dove la cultura è un bene per le persone che la frequentano ed anche per la nostra attività.»
«E come è stato poter finalmente esprimere te stessa attraverso la scrittura?»
«Una cosa quasi magica. Grazie anche al mio insegnante Gianni Cascone che riesce a canalizzare ed a capire i talenti di ciascuno di noi. Stiamo, infatti, preparando un romanzo collettivo che sarà presto pubblicato. Mi sono davvero resa conto che i libri hanno una forza silenziosa e potente. Oggi mi sento ad un nuovo punto di partenza sia nella vita che con la mia attività. In questa stanza che era stata chiusa per tanto tempo è bastato aprire le porte ed è entrato un mare di gente. Oggi, a distanza di pochissimo tempo, abbiamo un calendario di eventi ricchissimo: presentazioni di libri, incontri con gli autori, musicisti, pittori che mettono la loro arte a disposizione di persone meno fortunate. Adesso tra caffè, brioche ed aperitivi gli avventori vivono anche il gusto degli incontri, grazie ai libri.»
«Come si fa ad essere informati di tutti gli eventi, a parte venendo qui fisicamente?»
«Pubblico sempre tutto sulla nostra pagina Facebook e invio gli inviti per messaggio a tutti coloro che mi hanno dichiarato il loro interesse.»
«A questo punto è quasi scontato chiederti che cosa stanno rappresentando i libri per te e quindi non te lo chiederò, voglio, però, chiederti cosa sta significando scrivere?»
«Quando scrivo non esiste più niente. E’ un rapporto esclusivo tra me, la penna e la carta e mi consente di ritrovarmi. Io, proprio come sono io… senza intermediari.»
«Quest’anno Pistoia è capitale della cultura, c’è un luogo della città che ricordi con maggiore affetto?»
«Quando ero bambina giocavo in via del Can Bianco, lì avevo tutti i miei amici più cari. In piazza Garibaldi ho dato la prima “buca” ad un appuntamento con un ragazzino, nascondendomi proprio dietro la statua.»
Sorride Alessandra con quel bel viso aperto ricordando la Pistoia di quando era ragazzina e poi conclude:
«Ogni luogo di Pistoia mi parla. Spesso cammino sola, la notte, e mi fermo ad ascoltare le sue storie…»
Il Bar Nazionale compie cinquant’anni quest’anno, una lunga storia, una lunga vita insieme alla sua città ed ai pistoiesi… ma la storia non è finita perché la storia è fatta dalle persone straordinarie come Alessandra e la sua famiglia che vedono in ogni fine un nuovo inizio e che hanno il coraggio di cambiarla, la storia, con piccole azioni che servono a tutta la comunità..