La lettera di Sasha a Carmen in “Seconda navigazione”
Ricevo, ormai quotidianamente, messaggi ed email dai lettori che si sono maggiormente appassionati a Seconda navigazione e le loro considerazioni sono, per me, fonte di riflessione e confronto. Uno dei momenti che coinvolge di più è la lettera che Sasha scrive a Carmen. Le considerazioni riguardo questo momento del romanzo sono tantissime e spesso molto diverse tra loro. Ho deciso di pubblicarla qui sperando che vogliate condividere con me le emozioni che vi suscita.
La lettera di Sasha a Carmen in Seconda navigazione
Cara Carmen,
scusa se ti scrivo e non ti parlo, ma, come ormai ben sai, non sono bravo con le parole. Sarei troppo timido e impacciato per dirti quello che provo in questo momento. Non ho dormito stanotte. Ho pensato.
Ho pensato alla mia vita. A quello che è stata. A tutte le cose vissute e a tutte quelle non vissute. A tutte quelle che ancora non ho vissuto e che forse non vivrò. Ho premuto il tasto “riavvolgi” e mi sono goduto tutta la mia vita, da fuori. Non ero io quell’attore bambino che non riusciva a esprimersi e veniva punito per qualcosa che nemmeno capiva, non ero io nemmeno quell’adolescente rifiutato dalle coetanee e nemmeno quello che aveva le crisi di panico prima di ogni esame al conservatorio. Non ero io e quindi non faceva più male!
Ho parlato con mia madre e mio padre, che ora non ci sono più… e so che dovrei parlare con mia moglie che invece c’è ancora. Ma di questo ti dirò un ’altra volta!
Come sempre divago e non riesco a esprimere il concetto. Pensavo di essere stato molto fortunato ad avere una musa ispiratrice, ad avere la musica nel mio cuore. Anche se il rapporto non è mai stato facile. D’altronde non è mai facile un rapporto in cui l’amore domina sulla ragione, sulle convinzioni. Quando l’amore è talmente intenso che si è disposti a concedere qualunque cosa pur di non perderlo, beh, non è semplice… Così è stato l’amore con la mia musica: difficile, contrastato, un lascia e prendi doloroso, ma anche orgasmo ai massimi livelli.
Quando mi ha lasciato… Non so dirti quanto sono stato male. Voleva punirmi per non essere all’altezza, ora lo so! Ora ho capito!
Pensavo che la musica mi avesse fatto scrivere tanti capolavori che mi avrebbero permesso di non essere dimenticato. Di continuare a vivere, anche dopo… beh sì, anche dopo quello che sai… Ma non è così.
Il vero capolavoro non l’ho mai scritto, perché il solo unico capolavoro è la vita.
Non voglio che tu sia dispiaciuta per me. Ti prego. Non ce n ’è alcun bisogno. In questi mesi ho raggiunto una tale confidenza con la morte, una tale intimità, che siamo diventati amici. So che in realtà mi salverà. Mi aiuterà a finire i giorni su questa terra con delicatezza, come il serpente al tuo amato Piccolo Principe.
Sono consapevole che mi è stato concesso tanto. Certo, se potessi ancora chiedere una cosa, mi piacerebbe avere più tempo con te. Ecco, sì, chiederei solo questo. Un poco più di tempo con te. Perché tutto quello che ho scritto finora, in realtà, era solo per dirti tre parole: io ti amo!
Sì, ti amo. Amo il tuo sorriso che splende più del sole. Amo i tuoi occhi da cerbiatta maliziosa. Amo il tuo corpo che mi fa impazzire…
Ti amo perché ridi mentre fai l’amore, ti amo perché piangi per una poesia, ti amo perché ti commuovi davanti a un fiore, ti amo perché ti emoziona la mia musica… In fondo, ti amo e basta. Non c’è una vera ragione. E, insomma, volevo dirtelo stanotte, ma non ne sono stato capace…
Ti ho guardato dormire nel mio letto, per ore. Sembravi una fata coperta da veli. I capelli sparsi sul cuscino, le braccia nude sollevate, un ’espressione beata sul viso. Dormivi e non riuscivo a non meravigliarmi che tu fossi lì.
Che grande dono è l’amore. Ti senti un essere speciale, privilegiato, come se quell’emozione fosse esclusivamente tua. Come se nessuno potesse sentirsi innamorato come te… Vedi, ho scoperto che c’è sempre qualcosa di più bello che ti aspetta, anche quando pensi che ormai sia tutto finito.
Come avrei potuto dirti queste cose, mi sento ridicolo solo a pensarle… so anche che starai sorridendo di me, ora. Ma non importa, perché ti amo anche quando mi prendi in giro! E non so se tu mi ami. Mi piacerebbe che mi amassi, almeno un pochino, ma ti amerei anche se tu non mi amassi. Ti amerei comunque…
Ti voglio dire un ’ultima cosa prima di andare. Grazie!
Grazie per questi giorni così intensi. Grazie per aver sognato con me. Grazie per aver volato con me.
Sì, ora andrò via. Ho già messo in valigia le poche cose che avevo con me… Non prendertela se non ti saluto. Non ce la farei. Odio gli addii, mi fanno stare troppo male.
Ah, già, c’è ancora un ’ultima cosa. Quel brano che hai sentito ieri sera si intitola Agnese. Tu sai perché. Tutti i diritti sono di Alice e tuoi. Ho già scritto una mail al mio avvocato.
Ora, però, devo proprio andare. Mi aspettano in ospedale…
Sasha