Cos’è un laboratorio di scrittura autobiografica?
Me lo chiedono in tanti e allora ecco qui alcune risposte non esaustive ma che cercano di dare un aspetto a un percorso dedicato a se stessi che si decide di intraprendere quando si sceglie di partecipare a un laboratorio di scrittura autobiografica.
Un laboratorio di scrittura autobiografica utilizza la scrittura come strumento per analizzare la propria vita e i propri ricordi, con l’obiettivo di prendersene cura e trovare elementi preziosi di unicità. Questo processo consente di sviluppare una nuova narrazione di sé e di aprirsi al futuro.
La dimensione della scrittura
La cura e l’attenzione dedicate alle parole durante il processo di scrittura facilitano la riflessione, la presa di coscienza e l’organizzazione di ricordi importanti. Scrivere non solo protegge dall’esposizione completa, ma funziona anche come una lente d’ingrandimento, illuminando ciò che prima era oscuro o nascosto.
Non bisogna essere scrittori o avere un particolare talento nella scrittura, poiché non è lo stile o una voce letteraria che si sta cercando piuttosto un modo personale e mai sbagliato di raccontare e raccontarsi la propria storia.
La dimensione del tempo
Partecipare a un laboratorio di scrittura autobiografica significa dedicare tempo a se stessi, tornando sui propri passi per ripercorrere i sentieri già tracciati. Questo tempo è altamente personale, trascendendo i momenti condivisi nel laboratorio e legandosi al tempo individuale di interiorizzazione. Ognuno ha il proprio ritmo e deve imparare a riconoscerlo e rispettarlo. Anche il tempo di rivelazione della memoria è personale e richiede pazienza.
La dimensione della relazione
Un laboratorio di scrittura autobiografica è un nido sicuro e accogliente in cui ciascuno può crescere. Il gruppo e le relazioni che si sviluppano all’interno di questo ambiente sono parte integrante del processo di crescita personale e collettiva.
La dimensione del passaggio
Il laboratorio si prefigge di costruire ponti tra passato, presente e futuro. Attraversare questi ponti può essere difficile e richiede un approccio graduale e rispettoso dei propri tempi. Tuttavia, una volta superato il passaggio, ci si sente più leggeri e grati verso la propria storia, le esperienze e le persone che ne fanno parte.
La dimensione del luogo che entra nella narrazione
Il luogo del laboratorio rappresenta il nido e può variare: non deve necessariamente essere una stanza, ma può essere un viaggio, un sentiero di montagna, un prato, o qualsiasi altro luogo evocativo legato al tema del laboratorio.
La dimensione del corpo
La scrittura autobiografica coinvolge anche il corpo; non è solo un piacere intellettuale, ma attiva i meccanismi emotivi corporei. Sensazioni fisiche come il rossore, le farfalle nello stomaco e il movimento dei muscoli sono parte integrante dell’esperienza di scrivere di sé.
Intersezioni di memoria e nuove narrazioni
Durante i laboratori, si esplorano piani intersecanti che possono sovrapporsi o allontanarsi. Dissodare il terreno della memoria porta a scoperte inaspettate e nuove prospettive, aiutandoci a trovare nuove narrazioni personali e collettive. Queste nuove narrazioni influenzano profondamente il nostro modo di vivere le relazioni e di affrontare il quotidiano. Iniziando un laboratorio con un tema specifico, si può pensare di sapere già cosa si scriverà, ma spesso è la scrittura stessa a condurre verso percorsi inattesi, rivelando elementi invisibili e offrendo nuove interpretazioni di sé.
Il gioco nel laboratorio
Un laboratorio di scrittura autobiografica è anche un’esperienza ludica: si utilizzano strumenti divertenti che rendono le attività leggere ma non superficiali, facilitando il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Se sei incuriosita/o scrivimi per approfondire.