La generatività è “un’azione consapevole, diretta a uno scopo liberamente scelto, rispettosa del contesto e aperta al futuro.”
– Mauro Magatti
Le imprese sono prolungamenti del nostro sguardo sul mondo. Quando cambia lo sguardo, cambiano anche gli impatti, le strategie, i risultati.
E se iniziassimo a guardare alle nostre imprese come a persone?
Un’impresa-persona ha radici, emozioni, memorie. Porta in sé gli insegnamenti che abbiamo ricevuto, le nostre speranze e i nostri sogni di futuro. Cresce con noi, attraversa crisi e opportunità e, come ogni persona, ha bisogno di dare un senso alla propria esistenza.
Ridurre tutto a numeri sarebbe come giudicare una persona solo dai vestiti che indossa: una lettura superficiale, incapace di coglierne l’essenza.
Il concetto di impresa-persona ci invita a porci domande esistenziali che vanno oltre il bilancio annuale: Chi sono? Perché sono qui? Cosa lascio dietro di me? Queste stesse domande, traslate dal singolo all’organizzazione, aprono lo spazio del purpose: la ragione profonda per cui l’impresa esiste, ciò che le permette di equilibrare il profitto con il lascito che costruisce nel tempo.
Oggi, in un mondo di crisi persistenti e trasformazioni veloci, questa prospettiva non è più un esercizio teorico: è una strategia di sopravvivenza e di leadership.
Un’impresa-persona sa guardare dentro — alle persone che la abitano — e fuori — al contesto sociale e ambientale in cui vive. Sa apprendere, adattarsi, innovare senza tradire la propria identità.
Un’impresa-persona è necessariamente generativa, perché nel suo DNA c’è la volontà di creare valore condiviso. La differenza sta nelle radici: mentre un’impresa generativa può nascere da qualunque organizzazione che scelga di produrre impatti positivi, un’impresa-persona riconosce che le sue fondamenta sono scritte nella storia di chi l’ha fondata, di chi ci lavora, di chi ne ha costruito identità e valori. È questa consapevolezza a renderla unica e profondamente autentica.
Essere generativi significa proprio questo: lasciare segni positivi nel tempo, che restino anche oltre la nostra presenza. Significa accogliere bisogni esterni, trasformarli in progetti e restituire valore alla comunità, all’ambiente, alle relazioni che ci sostengono. Come ricorda Michael Porter, “l’impresa più competitiva è quella che riesce a creare valore condiviso, generando benefici sia per l’azienda sia per la società.”
In questa rubrica esploreremo come:
- coltivare un purpose autentico che orienti le scelte strategiche;
- usare la tecnologia come alleata di un impatto sostenibile;
- sviluppare nuovi modelli di leadership, soprattutto femminile, capaci di integrare etica e innovazione;
- trasformare l’impresa in un’eredità di valore per chi verrà dopo.
Perché, come in ogni relazione significativa, la vera domanda è: Che tipo di persona vuoi che sia la tua impresa?
E quali storie racconterà di te e di sé quando tu non sarai più a guidarla?